L’ assenza di strategie e finanziamenti per i servizi educativi 0-6 onde poter sopperire all’impennata delle liste d’attesa in continuo aumento è un tema a cui la Regione Marche non sa dare risposte concrete e finanziarie, investendo solo un decimo per tutte le Marche, di quello che il Comune di Pesaro investe in un anno (in pratica solo 1,5milioni, rispetto ai 10milioni che stanzia il Comune di Pesaro). L’amministrazione che guidiamo, investe più della regione intera sugli educativi, e servirebbe un sopporto dalla Regione che in risposta invia solo spiccioli agli enti locali.
La consigliera Giulia Marchionni che a mezzo stampa ha espresso le solite frasi scontate è di nuovo scivolata in contraddizioni dal sapore populista, asserendo che l’offerta comunale dei servizi educativi 0-3 è eccellente ma contemporaneamente chiede di creare le convenzioni con i privati e statalizzare, tipico di una mentalità di destra coerente col suo partito, anziché allargare l’offerta pubblica come questa amministrazione sta facendo da 40 anni.
Il nostro impegno come Partito Democratico è quello di riconoscere a tutte le bambine e a tutti i bambini il diritto all’educazione fin dalla nascita e garantire un percorso educativo unitario e adeguato alle caratteristiche e ai bisogni formativi di quella fascia d’età, anche grazie a spazi e ambienti di apprendimento innovativi e al contrasto dei divari sociali vecchi e nuovi, eliminandoli e prevenendoli sul nascere. La scuola è strumento di istruzione, di socializzazione e di emancipazione e il coordinamento pedagogico pesarese è esempio per tanti comuni italiani.
Gli asili nido? Nella Regione Marche sono diventati quasi un lusso anche col beneficio dei bonus, c’è un problema di posti inadeguati rispetto alla domanda ed è delicata anche la situazione del costo a carico delle famiglie. Dopo la Basilicata, le Marche sono la regione con la più alta percentuale di compartecipazione ai costi richiesta agli utenti a livello nazionale, pari al 25,5% della spesa complessiva.
Un buon esempio su tutti ce lo prospetta la Regione Toscana che ha introdotto, grazie al contributo del Fondo Sociale Europeo, la gratuità dei nidi di infanzia per una vasta platea di beneficiari. L’obiettivo è di coniugare l’elevata qualità dei servizi educativi regionali per l’infanzia con la più ampia accessibilità da parte delle famiglie.
I nidi rappresentano infatti uno dei pilastri della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa: favoriscono la maggiore partecipazione dei genitori, e soprattutto delle donne, al mercato del lavoro riducendo il rischio di povertà durante l’intero arco della vita.
Anche la nostra Regione Marche guidata dalla destra di cui fa parte la consigliera Marchionni, dovrebbe prendere il buon esempio da altre amministrazioni regionali d’Italia facendo arrivare nelle casse comunali pesaresi, come più volte sollecitato dalla nostra assessora alla crescita Camilla Murgia, i denari necessari a dare risposte e reale sostegno a tutte le famiglie pesaresi che ne richiedono il servizio.
Anziché frasi fatte sul bisogno degli asili, quando sono anni che lo diciamo ed è un fenomeno nazionale in cui Pesaro è sopra le medie nazionali e scrivere inutili fiumi di parole su un problema noto, sarebbe stata più incisiva se avesse chiesto al Presidente Acquaroli di allinenarsi con le altre regioni portando le Marche fuori dal fanalino di coda per i servizi educativi erogati, costringendo il Comune di Pesaro e altri a sopperire con risorse proprie alle continue mancanze di una Regione distante dai bisogni delle famiglie.