Come gruppo PD, in questi mesi – dopo il rinnovo del Consiglio Comunale di maggio – ci siamo avvicinati alla gestione in corso d’anno, con la verifica degli equilibri a seguito di diverse variazioni di bilancio.
Ci siamo dati obiettivi chiari, e allo stesso tempo ambiziosi. Primo: non toccare aliquote, rette, contributi richiesti al cittadino pesarese. Secondo: mantenere i servizi comunali alla persona inalterati. Ogni 3 euro che il Comune spende, 1 euro va in sul welfare. Oltre 21 milioni sui servizi sociali, oltre 9 milioni sui servizi educativi.
Per quanto riguarda i servizi educativi – una delle prime decisioni di questo consiglio è stata la riduzione del 20% delle rette deliberato quest’estate e confermato anche nella previsione 2020. Sul tema asili nido ricordiamo la misura in corso di approvazione in manovra finanziaria relativa all’aumento del bonus nido, che viene raddoppiato nel 2020 (sarà portato a 3 miliardi) e che comporterà per la maggior parte delle famiglie utenti l’asilo nido gratis.
Il nostro Comune cosa comprende nei servizi educativi? Oltre alla gestione di 12 nidi, 13 scuole dell’infanzia, servizi di assistenza per il sostegno scolastico, trasporti, mense, ecc. Solo per l’assistenza al sostegno scolastico nel PEG 2019 sono stati stanziati 1.900.000 euro.
Per i servizi sociali? Minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, disagio adulto, famiglie in difficoltà, disagio abitativo. Ma poi questi titoli vanno declinati con le misure applicative specifiche in corso da parte dell’Assessorato e dall’Ambito Territoriale Sociale.
Per la disabilità si tratta di fondi per la vita indipendente, disabilità gravissime, barriere architettoniche, tirocini per l’inclusione sociale, gestione dei centri diurni, un progetto sull’autismo, progetti di accompagnamento non vedenti, e rivolti all’inclusione sociale di giovani affetti da disabilità grave.
Il welfare destinato alle famiglie in difficoltà comprende il fondo anticrisi, i bonus utenze, l’assegno alle famiglie numerose, la gestione del fondo affitto, la gestione dei fondi della legge 30, la promozione dell’affido, la gestione dei centri per la famiglia.
E per gli anziani? La gestione di una residenza protetta, la rete dell’assistenza domiciliare, la promozione e la vicinanza alla gestione di 10 centri sociali, il soggiorno anziani,
Sui minori: servizi domiciliari, gestione delle rette per i minori non accompagnati (solo questo capitolo vale oltre 1 milione).
Questo è un lungo elenco, forse abbiamo dimenticato alcune voci, ma rappresentare 21 milioni di euro nel sociale merita un po’ di spazio anche se complesso.
Chiaro, c’è tanto da fare. Per ribaltare il trend della denatalità, per accompagnare l’allungamento della vita. Nuove forme di welfare sono all’orizzonte, welfare partecipativo, di rete, in cui ente pubblico, terzo settore, volontariato, cittadini possono collaborare per elaborare modelli di socialità, di vicinato, di risposta al bisogno.
Oggi le risorse – limitate dalla crisi economica – richiedono che il loro utilizzo sia efficace, richiedono una visione ampia e di prospetto, e un impegno per poterne attingere su fondi specifici, su bandi europei.
Insomma, un buon bilancio, coerente con il primo verbo della consigliatura: ABBRACCIARE.