Terzo giorno di Festa Unità Pesaro 2019, si parte con una doppia intervista di Luca Fabbri ad Alessia Morani e Andrea Biancani, rispettivamente deputata e consigliere regionale del Partito Democratico. Il dibattito è inevitabilmente un ping-pong tra temi nazionali e locali. Inizia Morani commentando la mossa di Renzi di aprire al governo col Movimento 5 Stelle: «Si parla tanto del partito di Renzi, ma la realtà è che tutti hanno fatto un partito – Calenda, Bersani, Civati – Matteo non l’ha fatto, è rimasto dentro a dare una mano, come ha fatto in occasione di questa crisi di governo. Non ci saranno dunque gruppi parlamentari di Renzi, non siamo all’opposizione di Zingaretti».
E ancora sui motivi per formare un nuovo governo: «Il governo giallo-verde ha portato la crescita a zero, ci ha isolati in Europa e ci ha portato ad essere più vicini a Putin e più lontani dagli USA e dall’Alleanza Atlantica. Queste sono tre ragioni fondamentali che hanno motivato la nostra scelta. Sappiamo che è un’alleanza molto complicata, anni di battaglia profonda ci hanno molto segnato, anche nel personale, ve lo dice una che è stata una grande nemica dei 5 stelle e che non cambia idea su come hanno gestito la cosa pubblica e le città. Si può dire che siamo incoerenti ma io rimangono fedele ai miei valori e in questo momento per difenderli credo occorra combattere Salvini. Non possiamo più permettere che l’Italia sia vittima delle sue scorribande: esistono delle regole, nemmeno il leader della Lega è al di sopra della legge».
Dal tema delle alleanze nazionali si passa a quello di una possibile alleanza PD-M5S anche in vista delle regionali del 2019, possibilità su cui Biancani si esprime in questi termini: «C’è stata un’apertura da parte del presidente Ceriscioli, ma se non avviene l’accordo a livello nazionale penso sia quasi impossibile arrivare ad una convergenza locale. Con i pentastellati si possono trovare punti d’incontro, ad esempio sui temi di cui io mi occupo, quelli legati all’ambiente, con loro ho lavorato bene. Se troviamo una piattaforma programmatica su cui operare può essere possibile lavorare insieme, su molti temi lo abbiamo già fatto e abbiamo votato insieme in Consiglio».
Si passa di nuovo ai temi nazionali, con Alessia Morani che evidenzia i rischi a cui il Paese andrebbe in corso in caso di una mancato accordo tra PD e 5 Stelle: «Se questa trattativa non va in porto c’è un grosso pericolo per l’Italia, dal primo gennaio l’IVA andrà al 25%, in un momento di crescita zero. 250 mila persone
rischiano il posto di lavoro e il tema centrale per Salvini sono 100 disperati in mare. Perché non si parla invece dei problemi della mobilità, delle periferie, di politiche abitative? Su questi temi, che sono tra i principali problemi della comunità, sento solo tanti commenti ma nessuna proposta». E ancora «L’ultimatum lanciato da Di Maio al suo stesso presidente incaricato è incredibile, adesso è il momento di chiudere il programma e la squadra dei ministri. Salvo ripensamenti degli ultimi minuti, che sicuramente non ci saranno da parte nostra, credo che questo governo nascerà».
Si passa poi a una riflessione sulla questione terremoto. Così Biancani: «Sul dramma della ricostruzione dovremo andare a livello nazionale a battere i pugni, gestire un terremoto di questo calibro all’interno della normalità e quindi con una legge locale è impossibile. Un evento straordinario richiede dei provvedimenti straordinari che per ora non sono stati presi».
Sul tema alcuni riflessioni anche di Alessia Morani: «Quello del 2016 è stato un terremoto sui generis: è durato mesi, ha colpito moltissimi piccoli comuni in un vasto territorio, caratteristiche che lo rendono di difficile gestione. Ho seguito i decreti sia del nostro governo che di quello giallo-verde governo, ci sono stati diversi ostacoli: questioni paesaggistiche, questione di abusivismo. Per quel che riguarda la questione delle macerie, questa è stata gestita egregiamente dalla Regione, quelle di competenza pubblica sono state rimosse in tempi record, la metà rispetto ai tempi del terremoto dell’Aquila.
Occorre però fare un’operazione verità, per la ricostruzione ci vorranno molti anni, bisogna ricostruire tanti piccoli centri storici, in zone con limiti paesaggistici, non è una passeggiata. Chi dice di poterlo fare con uno schiocco di dita vende solo fumo».
Un passaggio poi del consigliere Biancani su progetti fatti a Pesaro e su quelli in futuro, tra cui il recupero della ex lavanderia del San Benedetto: «La nostra idea è di recuperare l’edificio e ampliare la biblioteca San Giovanni.
La Regione c’è e sta investendo molti soldi in tutte le Marche, non solo a Pesaro, ma da soli non si arriva dappertutto, per mettere a posto e recuperare nella sua interezza un edificio grosso come il San Benedetto occorrono 25-30 milioni, è complicato».
La chiusura è sul prossimo appuntamento elettorale delle regionali e sulla possibilità per il Partito Democratico di tenere delle primarie. Così Biacani: «Pensare di sottoporre un presidente uscente a delle elezioni primarie è una follia, vuol dire metterlo in discussione, indebolirlo, vuol dire che il suo stesso partito pensa che abbia fatto male. Se è così il partito deve dirlo e non ricandidarlo, se invece si pensa che abbia fatto bene si deve ricandidarlo senza primarie».