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La fake news dei 700mila euro e tutte le altre bugie dell’opposizione sulle pensiline al porto

By 19 Settembre 2019No Comments

L’opposizione cittadina si è scoperta nelle ultime settimane esperta di pensiline e molto altro. Ha addirittura presentato un’interrogazione avente oggetto “Strutture di protezione per operatori del mercato ittico”, dove si legge  che «a detta degli operatori del settore del mercato ittico, tale installazione risulta totalmente errata nella collocazione, nella direzione del montaggio, nonché totalmente priva di utilità» e che «la spesa risulta essere a dir poco spropositata in relazione alla dimensione della struttura».

Nel Consiglio Comunale del 16 settembre, per mezzo dell’assessore competente, la Giunta ha risposto. Prima di tutto, occorre precisare che l’espressione “Strutture di protezione per operatori del mercato ittico” non è pertinente, in quanto il finanziamento europeo che ha reso possibile l’intervento attinge al fondo FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca), quindi l’attività destinataria del contributo è stata l’attività di pesca e non il mercato ittico. Infatti, la vendita diretta del pescato giornaliero effettuata direttamente dagli operatori della pesca (beneficiari del contributo europeo) non può essere assimilata al mercato ittico, che è attività diversa e soggetta ad altra regolamentazione. Siamo solo all’inizio dello spiegone, ma già appare evidente l’approccio sbilenco e poco informato di chi si erge a paladino dei soldi dei cittadini a loro detta mal utilizzati.

Per beneficiare del suddetto fondo FEAMP, l’Amministrazione comunale ha partecipato ai due seguenti bandi FEAMP Italia – Programma Operativo 2014-2020:

– Bando Regione Marche: porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca (importo € 721.140,00 + € 127.260,00 di cofinanziamento da parte del Comune di Pesaro)

– Bando Flag Marche Nord: realizzazione/miglioramento strutture e servizi offerti nei porti di pesca (importo € 99.000,00)

Si evidenzia ancora che l’attività che poteva beneficiare del contributo era la pesca e che gli interventi proposti potevano realizzarsi presso porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca.

Gli operatori della pesca interessati sono stati più volte interpellati per tramite dei rappresentanti delle cooperative di Pesaro e di Gabicce (sig. Guido Marcolini e Sig.ra. Annamaria Franchini), sia durante riunioni formali, sia in occasione dei numerosi sopralluoghi che il Servizio Nuove Opere ha effettuato durante tutte le fasi di sviluppo del progetto. A tale proposito, si precisa che il progetto ha avuto inizio nel 2016 con la partecipazione al bando della Regione Marche, a cui è seguita la partecipazione al bando del Flag Marche Nord, per consentire il completamento del progetto.

Occorre anche precisare che la realizzazione delle tettoie sulla Banchina Munafò (le odiate pensiline, per capirci) fa parte di un ben più ampio progetto di riqualificazione di parte della Banchina Munafò, Banchina Pescatori e Banchina Pagnini del porto canale di Pesaro, realizzato con i due contributi congiunti“. L’importo indicato (€ 721.140,00 + € 127.260,00 + € 99.000) è la spesa sostenuta per tutti i lavori.

La proposta con cui l’Amministrazione comunale, a partire dal 2016, ha partecipato ai due bandi è nata dal rilievo, a quella data, di alcune criticità che di seguito si riportano in sintesi.

Banchia Munafò (area per la vendita diretta del pescato, lato levante)
La vendita diretta del pescato giornaliero si svolge sulla Banchina Munafò tramite bancarelle mobili che vengono collocate durante la mattinata e riposte in apposito magazzino al termine delle operazioni di vendita. Una volta collocate sulla banchina, le singole bancarelle venivano coperte con tende che proteggevano la merce e gli operatori da sole, pioggia e vento, ma che non coprivano l’intera area di vendita, determinando spesso condizioni disagevoli per il pubblico e gli utenti che non avevano alcun riparo. Inoltre, le tende, chiudendo il banco, limitavano l’utilizzo dello spazio circostante e impedivano la vista immediata della merce esposta da parte degli acquirenti, che molto spesso dovevano “infilarsi” sotto le tende per poterla vedere (come lamentato da alcuni di essi). Inoltre, le utenze per la fornitura di acqua e corrente elettrica erano collettive e gli stessi rappresentanti delle cooperative della pesca avevano più volte lamentato difficoltà e disguidi per la divisione della spesa e la riscossione delle quote.

Banchina Pescatori (area per deposito, pulizia e manutenzione delle attrezzature e delle reti e raccolta dei rifiuti della pesca) e Banchina Pagnini (area della sede della Cooperativa Pescatori)
L’area della Banchina Pescatori era priva di elementi e spazi idonei alla sistemazione delle attrezzature di pesca e gli operatori non avevano alcun tipo di riparo né dal sole né dalla pioggia. Inoltre, sul muro frangiflutti della Banchina Pescatori si rilevavano condizioni disagevoli, addirittura rischiose, per le operazioni di ormeggio delle imbarcazioni e di carico e scarico delle attrezzature e delle casse.
Sulla Banchina Pagnini, lo spazio antistante la sede della Cooperativa Pescatori, utilizzato quale deposito delle attrezzature, risultava non ben organizzato e appariva spesso in disordine.
La pavimentazione di entrambe le banchine era in pessime condizioni e necessitava di importanti interventi di rifacimento.

Sulla base di questi rilievi è stata formulata la proposta progettuale che vuole contribuire al generale processo di riqualificazione del porto canale di Pesaro, ponendosi come obiettivo particolare la valorizzazione e la promozione dell’attività della “piccola pesca”.

Si può quindi dividere il progetto nelle seguenti aree e categorie di intervento.
Banchina Munafò
(area per la vendita diretta del pescato, lato levante)
– realizzazione di tre tettoie frangisole (per 12 postazioni vendita + possibilità di futuro ampliamento per altre 4 postazioni), a copertura dell’intera area ove si svolge la vendita, quindi a beneficio sia degli operatori, che del pubblico. La pensilina è dotata di tenda avvolgibile a protezione dal vento, qualora si rendesse necessaria e da un sistema di illuminazione pubblica integrato nella struttura. In copertura vi verranno installati pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili;

– adeguamento e ammodernamento delle reti acqua ed energia elettrica e dotazione di utenze autonome, su precisa richiesta degli operatori della pesca, per ovviare ai problemi dovuti alla gestione delle spese collettive;

– realizzazione di rete di raccolta delle acque meteoriche;

– ripristino della pavimentazione in selci esistente, contestuale all’esecuzione dei lavori;

– fornitura di panchine, utili non solo nelle ore di mercato, ma in ogni momento della giornata, a completamento dell’intervento

Banchina Pescatori (area per deposito, pulizia e manutenzione delle attrezzature e delle reti e raccolta dei rifiuti della pesca) e Banchina Pagnini (area della sede della Cooperativa Pescatori), entrambe sul lato ponente

– realizzazione di una tettoia frangisole sulla Banchina Pescatori, del tutto analoga alle tettoie della Banchina Munafò ma priva di tenda, per riparare dal sole e dalla pioggia i lavoratori impiegati nella riparazione e pulizia degli strumenti di pesca e delle reti;

– razionalizzazione della rete di distribuzione dell’acqua e realizzazione di un nuovo impianto elettrico a servizio delle suddette attività;

– messa in sicurezza delle strutture di attracco delle imbarcazioni di pesca sulla Banchina Pescatori, ove avviene il carico e scarico del pescato e delle attrezzature, e contestuali lavori di sistemazione del muro frangiflutti della banchina;

– ripristino e rifacimento della pavimentazione esistente su entrambe le banchine;

– rifacimento dell’asfalto contestuale all’esecuzione dei lavori di realizzazione della pensilina e nelle rampe di accesso carrabile da Strada Fra i due Porti;

– realizzazione di impianto di punti luce “segnapasso” a pavimento su entrambe le banchine;

– sistemazione dell’area antistante la sede della Cooperativa Pescatori, sulla Banchina Pagnini, per creare uno spazio di deposito delle attrezzature di pesca circoscritto e organizzato, al fine di sfruttarlo al meglio e di conferire un aspetto più ordinato e pulito all’intorno;

– fornitura di panchine, a completamento dell’intervento.

Ciò premesso, di seguito si risponde puntualmente ai quesiti posti dall’opposizione.

1 – Perché non si è valutata l’installazione di una struttura in legno, o altro materiale eco-sostenibile, vedi Senigallia, più resistente alle intemperie e con costi di manutenzione più economici?
Una prima ipotesi progettuale prevedeva la realizzazione di una struttura in legno e prendeva come esempio di riferimento proprio la struttura realizzata a Senigallia. Il Servizio Nuove Opere prese contatti con l’Ufficio Porto del Comune di Senigallia, in particolare con l’ing. Paola Paci, per avere le prime informazioni utili. Tuttavia, nel prosieguo della progettazione sono emersi alcuni temi di carattere normativo, vincolistico e tecnico che, per i motivi di seguito indicati, hanno portato a preferire l’acciaio al legno.

Si evidenzia che, considerate le prescrizioni delle autorità portuali competenti, la condizione imprescindibile per la realizzazione del progetto era che le banchine restassero libere da elementi fissi (quali ad esempio banchi, arredi, pilastri), per consentire il pieno svolgimento di tutte le attività del porto e per ragioni di sicurezza. Pertanto, l’unica possibilità di realizzare una copertura fissa sulla banchina era che la struttura fosse a sbalzo (con appoggi adiacenti al guard rail, quindi con minima occupazione della superficie), posta alla dovuta distanza dal muro di sponda e di dimensioni tali da consentire l’accesso e il passaggio dei mezzi. Per realizzare una struttura a sbalzo delle dimensioni necessarie a coprire l’intera area vendita (sbalzo di 5 metri), area sottoposta anche alla forte sollecitazione del vento, l’unico materiale che garantisce elevate prestazioni di resistenza è l’acciaio.

L’affermazione che il legno, rispetto all’acciaio, sia più resistente alle intemperie e con costi di manutenzione più economici non è vera in senso assoluto ed è molto discutibile. Infatti, in ambiente salmastro l’acciaio (così come l’alluminio utilizzato per il rivestimento della copertura) è più resistente, più durevole e necessita di una più semplice manutenzione. Anche in caso di danneggiamento accidentale o a seguito di atti vandalici le strutture metalliche si possono riparare con più facilità e con migliori risultati. Non è un caso se il metallo è il materiale più utilizzato in tutto il comparto della cantieristica navale e negli interventi in ambito portuale.

A tale proposito si fa notare che la pensilina realizzata a Senigallia è costituita da pilastri in acciaio e la copertura è in materiale misto, policarbonato e legno. Inoltre, la struttura non è sbalzo, ma ha appoggi su entrambi i lati lunghi, quindi è più semplice a livello statico.

Si precisa infine che, sebbene il legno sia il materiale più usato in bioedilizia, anche l’acciaio è un materiale ecosostenibile, infatti anch’esso è reperibile in natura ed è riciclabile al 100% infinite volte. Pertanto, ai fini di una corretta progettazione, è lo studio del caso specifico – e non un preconcetto – che deve determinare la scelta di un materiale rispetto all’altro.

2 – Perché si è deciso di provvedere al montaggio in posizione che non protegge gli operatori del mercato ittico dalle intemperie?
Premesso che “intemperie” significa “alterazione delle condizioni normali dell’atmosfera e del clima, in particolare perturbazioni atmosferiche e precipitazioni (freddo o caldo eccessivo, pioggia, neve, grandine)”, l’osservazione non risulta pertinente, poiché la tettoia protegge da pioggia, neve, grandine e dai raggi solari in determinate ore e determinati punti, a seconda della rotazione e della posizione del sole.

Se, invece, per “intemperie” si vuole erroneamente intendere solo vento, caldo e freddo, vien da sé che una struttura aperta su 4 lati non può fungere da protezione totale. Per ovviare alle limitazioni proprie di una struttura aperta, le pensiline sono state dotate di tende apribili all’occorrenza, poste sul retro (ossia dal lato esposto a nord-nord-ovest, da cui provengono maestrale e tramontana).

A tal proposito occorre precisare che, oltre alle sopra citate prescrizioni delle autorità portuali, anche le norme urbanistiche vigenti hanno reso impossibile la realizzazione di una struttura chiusa sulle banchine portuali, dove è invece possibile realizzare elementi di arredo urbano (tipologia e definizione in cui, da un punto di vista urbanistico, ricadono le pensiline).

In sintesi, si evidenzia che data la particolare natura e funzione del luogo la posizione delle pensiline è stata fortemente vincolata e proprio in considerazione delle varie problematiche, il progetto è stato illustrato agli operatori interessati, in particolare al sig. Guido Marcolini, in tutte le sue fasi e, nei limiti del possibile, si è cercato di fornire le migliori risposte alle osservazioni e alle richieste degli operatori.

Se con l’espressione “montaggio in posizione che non protegge” si intende il fatto che la parte più alta è rivolta verso il porto (fatto pressoché insignificante, visto che una struttura aperta è attraversata dal vento in tutti i lati), si deve sottolineare che sarebbe stato improponibile invertire la sezione della struttura (con eventuali pilastri lato porto) poiché, come più volte ripetuto, la banchina deve restare libera.

Anche una inversione della collocazione dei banchi (fronte verso il porto) non avrebbe risolto il problema, anzi lo avrebbe aggravato perché i venti da nord-nord-ovest sarebbero arrivati sul fronte e non ci sarebbe stata la possibilità di chiudere con le tende poiché si sarebbe limitato il passaggio del pubblico e dei clienti.

Inoltre, si sottolinea che sia per ragioni strutturali (pilastri lato strada) sia per ragioni di scolo e scarico delle acque, la pendenza della pensilina necessariamente doveva essere verso la strada.

Infine, si evidenzia che la pendenza “aperta” verso la direzione del vento predominante permette allo stesso di infilarsi sotto la struttura che in tal modo rimane più stabile, in quanto il vento non spinge sulla copertura (dopo la realizzazione la pensilina è stata soggetta a due trombe d’aria con venti fino a 110 km/h e ha dimostrato ottima resistenza).

3 – Perché non si è provveduto all’installazione di servizi igienici come richiesti più volte dagli operatori?
La soluzione al problema dei servizi igienici, usufruibili anche da parte del pubblico, è nell’interesse dell’Amministrazione comunale, ma allo stato attuale, non essendo consentita la realizzazione di manufatti chiusi, non è possibile realizzarli. Si potrebbe pensare di realizzarli nei giardini, ma tale area al momento non rientra nella piena disponibilità dell’Amministrazione comunale e in ogni caso la proposta andrebbe elaborata in un diverso e ulteriore progetto.

Si fa notare che per i lavoratori della cooperativa che operano sulla Banchina Pescatori esistono i bagni della sede (sulla Banchina Pagnini), mentre per uso esclusivo di chi opera e lavora sulla Banchina Munafò, non si dovrebbe escludere la possibilità che vengano realizzati i servizi igienici all’interno del magazzino (circa 200mq) dove si ripongono i banchi della vendita.

4 – Si è pensato di predisporre delle zone di scolo per la pulizia del pesce e dei banchi finalizzati all’esposizione dei prodotti?
Rispetto alla situazione precedente è stata notevolmente migliorata la modalità di utilizzo.

Si riporta che nella riunione del 3 maggio 2018, gli operatori avevano esposto la difficoltà di sollevamento dei pesanti coperchi in ghisa che chiudevano i pozzetti per gli allacci, quindi sono stati sostituiti con chiusini doppi (sollevabili a metà), più facile da sollevare.

Per quanto riguarda lo scarico per i lavandini è stato utilizzato un piccolo coperchio in resina ed è stato predisposto un tubo diametro 50mm. Inoltre, per la pulizia di fine attività è stato anche realizzato uno scarico diametro 160mm, in maniera tale che sia più facile scaricare i residui delle lavorazioni. Inoltre, come già sopra riportato, su richiesta degli operatori, sono state realizzate utenze elettriche ed idriche indipendenti con contatori separati. Sempre come da richiesta degli operatori, è stata inoltre realizzata la raccolta delle acque piovane lungo tutta la strada (90 metri lineari di canaletta continua) in maniera tale che durante i giorni di pioggia l’acqua piovana, che normalmente scola nel porto, non bagni i piedi degli operatori e dei clienti (visto che strada e banchina hanno ovviamente pendenza di scolo verso il canale).

Per quanto riguarda i “banchi finalizzati all’esposizione dei prodotti”, non è chiaro cosa s’intenda con tale espressione; in qualsiasi pescheria, il banco di vendita è anche banco espositivo del pescato, non esistono “vetrine” del pesce, a maggior ragione in un’area di vendita diretta sulla banchina, quale è quella in oggetto.

A tale proposito si ricorda che i banchi sul molo non sono un mercato del pesce, bensì un ausilio alla vendita del pescato giornaliero allo sbarco, in alternativa alla vendita diretta dalla barca (tipo di vendita, quest’ultima, effettuata in molti porti da operatori aventi analoghe licenze).

Per completezza di informazioni, si ricorda che una prima proposta progettuale prevedeva la realizzazione di banchi per la vendita fissi, ma l’impossibilità di occupare la banchina in via permanente, emersa dopo aver ricevuto i primi pareri da parte degli Enti interessati, ha portato ad accantonare questa ipotesi.

5 – Perché, prima di approvare il progetto, non sono stati coinvolti i pescatori, direttamente interessati dall’opera in oggetto, al fine di comprendere al meglio le loro esigenze?
Si ritiene che chi ha formulato questa domanda non abbia avuto informazioni corrette, in ogni caso a integrazione di quanto già riportato in premessa e al punto 2 si deve aggiungere che gli operatori della pesca sono stati coinvolti nel progetto fin dalla prima proposta di fattibilità. Si fa notare che dal 2016 ad oggi sono stati numerosi i sopralluoghi e i rilievi effettuati quasi sempre nelle ore del mattino, durante gli orari di vendita, quindi alla presenza dei pescatori, sia per ragioni pratiche e organizzative, sia per una più diretta conoscenza delle dinamiche e delle condizioni di lavoro.

Il progetto nei suoi elementi sostanziali (posizione delle pensiline, numero delle postazioni, dotazione impiantistica) è stato più volte illustrato e discusso con gli operatori interessati, in particolare con il sig. Guido Marcolini, che sebbene all’inizio abbia espresso una certa contrarietà, alla luce di una più approfondita conoscenza delle problematiche ha poi condiviso la scelta ed espresso le dovute osservazioni (in particolare l’esigenza di avere utenze separate), che nei limiti del possibile sono state recepite.

Infine, per formalizzare quanto il più delle volte informalmente illustrato, discusso e condiviso, gli operatori, per tramite dei rappresentanti delle cooperative, sig. Guido Marcolini e Sig.ra. Annamaria Franchini, sono stati convocati almeno in due momenti, precisamente il 3 maggio 2018, alle ore 15, presso la sala riunioni del Servizio Nuove Opere e l’11 ottobre 2018, alle ore 12, presso la Capitaneria di Porto.
All’incontro dell’11 ottobre erano presenti i rappresentanti delle cooperative, mentre all’incontro del 3 maggio erano presenti numerosi altri operatori. Si deve anche osservare che altri operatori, in particolare le donne, si sono fin da subito dimostrate favorevoli e collaborative.

Ancora in questi giorni sui social si leggono falsità e accuse gravi, attacchi strumentali e in malafede. Purtroppo l’ex candidato sconfitto Nicola Baiocchi e la Lega non si dimostrano onesti intellettualmente, noi procediamo spediti e con la coscienza a posto. Avanti tutta!